a cura di Alba Di Rosa, economista - 16 gennaio 2024

Saudi Vision 2030: settori, opportunità e impatti per l'export italiano

Arabia Saudita

Se la fama dell’economia saudita proviene soprattutto dal suo ruolo di maggiore esportatore di petrolio, ad oggi questo schema sembra ormai in fase di mutamento, a fronte di un obiettivo di diversificazione e potenziamento della competitività che sta conquistando crescente rilievo.

Risale al 2016 l’annuncio della Vision 2030, il piano lanciato dal Governo saudita con l’obiettivo di innovare il modello economico del Paese:

  • migliorando la qualità del capitale umano e dell’ambiente di business, per promuovere l’imprenditorialità e attrarre investimenti esteri;
  • migliorando la qualità della pubblica amministrazione;
  • creando un mercato del lavoro competitivo e flessibile.

Fa parte della Vision, ad esempio, il National Industrial Development and Logistics Program, che mira a trasformare il Regno in un attore globale di primo piano nei settori energetico, minerario, logistico e industriale, supportando la transizione verso l’energia green e diversificando l’economia.

Gli sforzi verso questi obiettivi sono attualmente in corso. Secondo i dati del Fondo Monetario Internazionale, negli ultimi anni è scesa la dipendenza dell’economia saudita dagli idrocarburi, tanto sul fronte del PIL che dell’export e delle entrate: in termini di PIL si è passati da quasi il 50% nella media 2005-2010 a poco più del 20% nella media 2017-22; sul fronte dell’export, da quasi il 90% nel periodo 2005-10 a quasi l’80% nel 2017-22.

 

Gli scambi commerciali

Il percorso dell’economia saudita verso la diversificazione sembra, però, ancora lontano dall’essere completo. Gli ultimi dati ExportPlanning sull’export del paese nel 2022 mostrano come, rispetto a 20 anni fa, è sì diminuito il peso del petrolio sul totale, a fronte però di un aumento di quello dei prodotti petroliferi e derivati del carbone - aggregato che comprende, per il 90%, benzine per motori e oli di petrolio. La restante quota delle esportazioni non copre ancora un quarto del totale.

 

Data la forte specializzazione del sistema produttivo del paese, l’import dal canto suo è piuttosto diversificato. Troviamo in prima posizione il comparto delle materie prime industriali (pari oltre il 15% del totale importato nel 2022), seguito dai mezzi di trasporto (circa il 13% del totale) e dai prodotti finiti per la persona (oltre il 7%).

Dopo diversi anni di stagnazione, le importazioni saudite sono cresciute notevolmente nel 2022, e si stima potranno confermare questo trend, benché a ritmi inferiori, anche nel 2023 (+6.3% secondo lo scenario ExportPlanning). Sebbene il 2022 sia stato contrassegnato da un inevitabile contributo da parte dell’inflazione nell’accelerare le dinamiche di crescita della domanda, l’incremento da parte del mercato saudita si conferma in territorio ampiamente positivo anche se misurato a prezzi costanti. Per il periodo 2024-2027, si prevede che le importazioni saudite possano continuare a crescere attorno al 5% annuo.

 

Tra i paesi fornitori del mercato saudita troviamo in prima posizione la Cina, da cui sono provenute più del 15% delle importazioni del paese nel 2022, pari a 36 miliardi di euro; seguono i vicini Emirati Arabi (oltre il 10%, pari a 26 miliardi di euro), gli Stati Uniti e l’India (attorno ai 10 miliardi di euro).

Secondo i dati ExportPlanning, nel 2022 l’italia si è collocata all’11esimo posto tra i paesi fornitori dell’Arabia Saudita, e al terzo posto tra i paesi UE, preceduta da Germania e Olanda; considerando l’Unione nel suo complesso, allo stato attuale questa risulta il secondo maggiore fornitore dell’Arabia Saudita, alle spalle della sola Cina.

 

 

Uno sguardo all’export italiano

Secondo l’ultimo update del Rapporto Export SACE 2023, rilasciato nel mese di dicembre, in Medio Oriente i paesi del Golfo si confermano come destinazioni principali per le esportazioni italiane, grazie ai piani di sviluppo in atto nella regione. In particolare, in Arabia Saudita è proprio il processo di diversificazione economica, i progetti infrastrutturali e immobiliari e la volontà di investire nella decarbonizzazione che potranno fornire le maggiori opportunità per le imprese italiane.

Nel 2022 il nostro export nel paese è risultato pari a 4.1 miliardi di euro, in crescita dell’11% rispetto all’anno precedente. Secondo le stime ExportPlanning, anche per il 2023 si prevede una prosecuzione del trend di crescita, per oltre 7 p.p.; allo stesso modo, anche nello scenario 2024-2027 è previsto per l’export italiano un tasso di crescita medio annuo attorno al 7%, che porterebbe ad un lieve ma progressivo miglioramento della nostra quota di mercato nel paese.

Focalizzandoci sulle recenti dinamiche trimestrali (si veda il grafico di seguito), l’export italiano nel paese si è collocato quasi sempre in territorio positivo in termini di variazione tendenziale, fatti salvi i trimestri di maggiore debolezza del periodo Covid. I ritmi di crescita sono risultati particolarmente elevati soprattutto dal II trimestre 2022, seguiti da un rallentamento a partire dal II trimestre 2023. In ogni caso, per il III trimestre dell’anno in corso la variazione tendenziale si conferma in territorio positivo, pari al +9%.

 

Le esportazioni italiane in Arabia Saudita sono equamente distribuite tra beni di investimento, beni intermedi, e tipici prodotti del Made in Italy. Secondo i dati 2022, troviamo al primo posto tra le nostre esportazioni la componentistica meccanica e ottica (366 milioni di euro, 9% del totale), seguita dagli alimentari confezionati e bevande (332 milioni, 8.1% del totale), i prodotti finiti per la casa (284.1 milioni), le macchine e gli impianti per i processi industriali (282.4 milioni). Superiori ai 250 milioni anche le esportazioni di beni e prodotti per le costruzioni e prodotti finiti per la persona.

 

Per individuare i settori che stanno mostrando maggiore dinamismo, In questo grafico abbiamo confrontato le esportazioni italiane verso l’Arabia Saudita, suddivise per comparto merceologico, tra i primi 9 mesi del 2023 e lo stesso periodo pre-Covid. Emerge una crescita pressoché generalizzata; pochi i settori in controtendenza, in particolare i beni intermedi (in materie tessili e pelli, in carta e legno) e i prodotti finiti (per la casa e di largo consumo).

Tra i settori più dinamici, ma che presentano ancora un peso limitato sul totale del nostro export verso il paese, troviamo invece la componentistica per mezzi di trasporto, arrivata a toccare i 94.4 milioni di euro nei primi 9 mesi del 2023, rispetto ai 32.5 nello stesso periodo del 2019; cresce notevolmente anche il comparto delle materie prime naturali, soprattutto grazie alle piante vive, semi e fiori.

Seguono, in termini di dinamismo, i prodotti e strumenti per la salute, che si trovano invece, allo stato attuale, tra i principali comparti del nostro export verso l’Arabia saudita, complice la crescita avviata dall’inizio del 2022; nei primi 9 mesi del 2023 l’export italiano del settore ha superato infatti i 200 milioni di euro, rispetto agli 85.6 milioni nei primi 9 mesi del 2019. In forte crescita anche i mezzi di trasporto, arrivati a toccare i 170 milioni, e l’elettrotecnica (135.2 milioni).

Sulla scia dei progetti promossi dalla Vision 2030, tra i settori da tenere sotto osservazione per le possibilità di export secondo l’Osservatorio Economico del MAECI sono soprattutto quelli legati al settore delle costruzioni, in relazione allo sviluppo in corso per il settore urbanistico-immobiliare, ma anche il settore farmaceutico, tenendo conto della crescita della popolazione e dell’intenzione della Vision di migliorare il sistema ospedaliero nel periodo post-Covid. Significativo, inoltre, lo spazio di business per i macchinari industriali, dato l’obiettivo di supportare lo sviluppo, nell’ottica della diversificazione, della filiera produttiva nazionale.

 

Relazioni internazionali e spazi di collaborazione

Se il mercato saudita rappresenta, allo stato attuale, ancora una destinazione minore per le nostre esportazioni, la sua rilevanza nell’ottica dei futuri sviluppi sta emergendo con crescente chiarezza anche agli occhi delle istituzioni. Va ad esempio verso questa direzione il primo Forum italo-saudita sugli investimenti, tenutosi lo

scorso settembre a Milano, che punta alla costruzione di una partnership strategica tra i due paesi. Il forum è stato accompagnato dalla firma di un Memorandum of Understanding, che punta a “sostenere il dialogo tra le istituzioni e le imprese interessate alla promozione degli investimenti tra i due Paesi e a incoraggiare la cooperazione negli investimenti diretti”.

Risale invece al mese di novembre il Saudi Day organizzato da SACE, una giornata di incontri con i principali player del mercato saudita in vista dell’apertura di un ufficio nel paese, per supportare le possibilità di sviluppo del Made in Italy. Secondo SACE, la Vision 2030 è infatti un’opportunità che favorirà la crescita dell’export italiano in Arabia Saudita, complici gli ambiziosi obiettivi di crescita e transizione energetica.

Desideri visualizzare i dati completi?

Accedi o registrati sul portale per visualizzare il contenuto completo.