a cura di Luigi Bidoia, Economista industriale - 31 luglio 2023

Primo semestre 2023: l'export italiano in un contesto di rallentamento dell'economia mondiale

Italia

Come emerso dall’ultimo aggiornamento del World Economic Outloook del Fondo Monetario Internazionale, rilasciato a fine luglio, “l’economia mondiale è sulla buona strada, ma non è ancora fuori pericolo”. Il report ha infatti diffuso una stima in leggero rialzo per il PIL mondiale nel 2023 (+3%, in aumento di 0.2 p.p. rispetto alla precedente release di aprile), ma ancora al di sotto della media storica. Sulla stessa linea anche il PIL italiano, per il quale il Fondo prevede una crescita dell’1.1% nel 2023, in rialzo di 0.4 p.p.

Anche per le imprese esportatrici del made in Italy, lo scenario economico globale risulta ancora ricco di sfide, ma anche di rischi: come evidenziato da SACE nell’ultimo Rapporto Export, permane un contesto di incertezza, condizioni finanziarie poco favorevoli e una progressiva erosione del potere d’acquisto dei consumatori nel mondo, che stanno spostando le loro preferenze sui servizi piuttosto che sui beni, con un conseguente impatto sulla fiducia e sulle prospettive delle imprese manifatturiere.

Lo stato di salute dell’export italiano: uno sguardo ai dati del primo semestre 2023

Guardiamo allora ai più recenti numeri di commercio estero, per redigere un primo bilancio in merito alla performance dei nostri esportatori. L’export italiano nel suo complesso ha chiuso il 2022 toccando il punto di massimo storico di 624 miliardi di euro, e segnando un incremento del 20% rispetto all’anno precedente, complice anche il significativo aumento dei prezzi all'esportazione e al consumo. Nel 2022, infatti, l’inflazione su scala mondiale ha sfiorato un punto di massimo del 9% che non si vedeva dalla fine degli anni ‘90, spinta dai forti rialzi generalizzati delle quotazioni delle commodity: dall'energia ai beni di base della chimica, dai metalli ai prodotti alimentari.

Nel I trimestre 2023 il tasso di variazione tendenziale dell'export italiano in euro è rimasto ampiamente in territorio positivo (+9.1%), benché in rallentamento rispetto ai trimestri precedenti; nel II trimestre, invece, secondo le stime ExportPlanning si è registrata una variazione tendenziale lievemente negativa, pari al -0.9%.

Export trimestrale italia

La performance dell’export italiano negli ultimi trimestri risulta tendenzialmente in linea alla media dell’Unione. Il rallentamento delle nostre esportazioni risulta quindi riconducibile in toto al cambiamento in atto nella congiuntura mondiale.

tasso di variazione tendenziale export italia vs europa

Focus settoriale

Come si nota dal grafico a dispersione riportato di seguito, il tasso di variazione tendenziale dell’export italiano, misurato in euro correnti, è rimasto per la maggior parte dei settori in territorio positivo nel complesso del I semestre 2023, pur rallentando notevolmente i suoi ritmi di crescita. Tra i beni finali, la crescita delle esportazioni del comparto salute (E4) è rallentata  dal +41.7% del 2022 al +13% del I semestre 2023. Il rallentamento ha riguardato anche il settore moda-persona (E2: dal +19.1% al +9.3%) e gli alimentari confezionati e bevande (E0: dal +17.9% al +10.2%).

Tra i capital goods, spicca nel I semestre 2023 il dinamismo dell’export italiano di mezzi di trasporto e per l’agricoltura (F3): il tasso di crescita è infatti solo debolmente sceso dal 18.8% del 2022 al 17.3% del I semestre 2023.

Dinamica dell’export italiano, per settore

Fonte: elaborazioni StudiaBo su dati ExportPlanning.

 

Dinamica dell’export italiano per settore

Per alcuni settori, invece, il tasso di variazione delle esportazioni italiane nella prima metà dell’anno in corso si è spostato in territorio negativo, secondo le stime ExportPlanning: parliamo soprattutto di materie prime industriali (A2) e beni intermedi che risentono della riduzione dei prezzi all'export - materie tessili e pelli (B2), carta e legno (B3), beni intermedi in metallo (B4), chimici (B5) -, ma anche beni e prodotti per le costruzioni (C1: -4.7%). In modesta frenata anche l’export di prodotti finiti per la casa (E3: -0.8%).

Gli unici settori in controtendenza, che hanno quindi accelerato i propri ritmi di crescita nel I semestre 2023, sono i prodotti finiti di largo consumo (E1: +10.4% nel I semestre, rispetto al +1.4% del 2022), le macchine e gli impianti per i processi industriali (F4: +9.4% nel I semestre, rispetto al +4.1% del 2022) e i componenti per i mezzi di trasporto (D3: dal +8.8% del 2022 al +11.9% del I semestre 2023), riportati nel grafico a sinistra della bisettrice gialla.

Focus mercati
All'interno di un quadro di rallentamento della crescita, esistono tuttavia non pochi mercati esteri in cui le imprese italiane hanno saputo incrementare le proprie vendite anche nel primo semestre 2023.

Il caso più significativo è quello del comparto agroalimentare, in cui includiamo sia i beni alimentari freschi che i confezionati e bevande.

Spicca in termini di dinamismo il caso dell’export italiano verso la Romania, passato dai 305 milioni di euro nel I semestre dello scorso anno, agli oltre 380 nel I semestre del 2023 (+24.8% in euro correnti). Guardando all’area medio-orientale, cresce di oltre il 20% anche l’export verso Israele, pari ad un incremento di quasi 40 milioni di euro. Al terzo posto in termini di dinamismo troviamo invece il caso della vicina Austria, verso la quale si stima che l’export agroalimentare italiano abbia toccato i 923 milioni di euro nella prima metà del 2023, in crescita del 19% su base tendenziale. Si conferma in aumento anche la domanda dei maggiori partner UE: +9.7% per la Germania e +15.2% per la Francia. Stabile, invece, l’export italiano agroalimentare verso gli USA, e in modesta contrazione (-1.1%) quello verso il Giappone, rispetto al primo semestre del 2022.

Guardando al comparto della moda, in cui includiamo sia i beni intermedi in materie tessili e pelli che i prodotti finiti per la persona, spicca il caso dell’export italiano verso la Turchia, in aumento di oltre il 50% tra la prima metà del 2022 e lo stesso periodo del 2023. Troviamo, al secondo posto, il caso dell’Irlanda, mercato di medie dimensioni per l’export italiano, che ha però mostrato un aumento di oltre il 30%, sfiorando i 530 milioni di euro nella prima metà del 2023. Dall’altro lato dell’Atlantico, si segnala anche il dinamismo della domanda messicana (+22.3%), dopo la significativa contrazione registrata nel periodo dell’emergenza pandemica. Anche la Francia, primo mercato di sbocco, si conferma in territorio positivo (+10.4%).

Si segnala invece un calo per l’export italiano verso la Svizzera, significativo hub logistico, pari ad oltre 10% rispetto alla prima metà del 2022.

Anche per il comparto casa & arredo (in cui includiamo sia i prodotti finiti per la casa che i beni intermedi utilizzati nel relativo processo produttivo) spicca un particolare dinamismo da parte della domanda turca dall’Italia, in crescita di oltre 20% tra il I semestre 2022 e lo stesso periodo del 2023 (+67 milioni di euro). Si segnala inoltre la crescita della domanda indiana, prossima al +15%, e di quella coreana (+7.2%). Tra i paesi arabi, crescono l’import emiratino (+7.8%) e saudita (+5.9%) tra la prima metà del 2022 e la prima metà del 2023.

Dopo il boom della domanda di prodotti per la casa nel periodo pandemico e post-pandemico, si segnala però anche l’avvio di una fase di netta contrazione della domanda per diversi tra i maggiori mercati. Ad esempio, rispetto alla prima metà del 2022, cala del 4.3% l’export italiano verso la Germania e dell’8.9% quello verso gli USA, del 2.6% quello verso la Spagna e del 4.1% quello verso il Regno Unito.

Per l’ampio comparto della metalmeccanica, il maggiore dinamismo della domanda viene da Oriente. Si segnalano, in particolare, nel I semestre 2023 tassi di crescita prossimi al 30% per l’export italiano verso Arabia Saudita, Turchia e Emirati. In crescita anche i maggiori mercati target occidentali, quali Germania, USA e Francia, attorno al +9% in euro correnti.

Conclusioni

Il contesto internazionale in cui si inserisce l’export italiano sta accusando un forte rallentamento della crescita, segnato da politiche monetarie restrittive e crescenti tensioni geopolitiche

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