a cura di Octagona - 21 settembre 2023

L'India come nuovo polo produttivo globale

India

Poche settimane fa l’India, grazie alla missione Chandrayaan-3, è diventata la quarta potenza ad aver lanciato con successo una sonda sulla Luna, dopo Russia, Stati Uniti e Cina. Un evento storico che segue, dopo pochi mesi, un altrettanto importante traguardo: nel corso della prima metà del 2023 il Subcontinente è risultato essere il Paese più popoloso al mondo, superando così la Cina per la prima volta. 

Si tratta di due eventi che coincidono con un momento di grande vitalità economica e politica per il Paese: il FMI prevede che l'India diverrà la terza potenza economica mondiale entro il 2027. Tanto che nel corso del 2023 il PIL indiano (3.500 miliardi di dollari) ha superato quello del Regno Unito, diventando il quinto al mondo. Il Paese è già dal 2021 la grande economia a più forte crescita, secondo le stime dell’FMI, e lo rimarrà a lungo, grazie a incrementi attorno al 6% anno fino almeno al 2028 e al contemporaneo rallentamento della Cina. In questo contesto, quali possono essere le opportunità di business per le imprese italiane?

Sviluppo infrastrutturale e manifatturiero come chiave per la crescita

Il Subcontinente è infatti destinato a un periodo di crescita a lungo termine trainato da una forte espansione degli investimenti fissi e diretti. Le riforme del Governo di Narendra Modi, che ha assunto l’incarico di primo ministro nel 2014, hanno infatti puntato allo sviluppo dell’imprenditoria locale e internazionale, fattore che ha accelerato la crescita accompagnata dall’espansione del credito alle aziende. Il boom delle infrastrutture sembra poi non avere pausa: negli anni più recenti il Governo ha investito miliardi nella costruzione di strade, ferrovie, aeroporti e porti marittimi. Nel dettaglio, la lunghezza della rete autostradale è quasi raddoppiata dal 2014 ad oggi (circa 790mila km), mentre per lo sviluppo della rete ferroviaria sono stati stanziati ben $29 miliardi nel budget 2023, in crescita di oltre il 60% rispetto al 2022. A Mumbai, lo skyline è irriconoscibile rispetto a 15 anni fa: ci sono dozzine di edifici di 50 o più piani e la rete della metropolitana è in fase di ultimazione. 

A vivere un intenso sviluppo è anche il settore manifatturiero, per il quale il Governo ha un duplice obiettivo: potenziare le capacità di soddisfare il fabbisogno della popolazione nazionale e, nel tempo, espandersi sui mercati delle esportazioni. I leader desiderano inoltre sviluppare un ecosistema di supply chain, perché numerose componenti dei prodotti sono importate. La capacità produttiva si sta ampliando nei segmenti dei telefoni cellulari, elettrodomestici, computer, attrezzature per le telecomunicazioni. Il team di Modi è riuscito ad attirare società da tutto il mondo: Apple sta producendo il suo ultimo modello di iPhone in India, così come Daikin e Mitsubishi investono per produrre condizionatori d’aria e parti di ricambio. In ultimo, ma non per importanza, va sottolineato come il Paese stia accelerando sulla stipula di accordi commerciali bilaterali, riprendendo i dialoghi anche con l’Ue, sospesi nel 2013 a causa di una consistente distanza tra le parti.

 

Le opportunità di business per le imprese italiane

In questo contesto, l’India si conferma tra i mercati in maggiore espansione per il nostro export di beni grazie alla profonda evoluzione del suo sistema produttivo, già in atto da diversi anni, sulla quale il governo continua a puntare con decisione.
Dopo l’ottimo andamento delle vendite italiane nel 2022 (+24,2%), l’India si conferma tra le destinazioni di maggiore espansione per l’export italiano di beni, previsto in crescita del 10,3% per il resto del 2023 e del 4,8% nel 2024

Le migliori opportunità si concentrano nei beni di investimento, che compongono oltre la metà dei beni esportati nel Paese e che cresceranno dell’11,8% nel 2023 e del 5,7% nel 2024, alla luce dell’importante trasformazione del sistema produttivo indiano, già in atto da diversi anni e sulla quale il governo appare intenzionato a puntare con decisione.

 

 

 

Un primo driver della domanda prospettica di questi beni è senz’altro il processo di transizione energetica, volto a liberare il Paese dalla sua dipendenza dal carbone. Il National Electricity Plan quinquennale punta a raggiungere l’obiettivo di generazione del 50% del fabbisogno nazionale di elettricità da fonti rinnovabili entro il 2030, vietando anche la costruzione di nuove centrali a carbone (eccetto quelle già in pipeline). Il processo di transizione energetica del Paese offre opportunità per le imprese italiane esportatrici di tecnologie per l’energia da fonti rinnovabili, di cui l’Italia risulta il secondo produttore europeo dietro la Germania (a eccezione di quelle per il comparto eolico) con una forte specializzazione nei moltiplicatori di velocità e nei dispositivi fotosensibili. In questo contesto, l’export di Apparecchi elettrici verso l’India è previsto in aumento dell’11,4% nel 2023 e del 4,8% nel 2024. 

 

La sfida del Paese

In conclusione, il Paese sembra pronto a raccogliere la sfida per affermarsi come un nuovo polo produttivo globale, sfruttando il fattore demografico, il declino della Cina e l’attuale contesto di aggiustamento delle catene globali del valore, che sta spingendo diverse multinazionali a diversificare maggiormente la produzione, in special modo nel continente asiatico. Affinché ciò accada, l’India dovrà continuare a perseguire le politiche di sviluppo infrastrutturale già intraprese nel corso degli anni dal governo Modi.

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