a cura di Octagona - 16 febbraio 2024

L’eccellenza italiana del biomedicale: export di macchinari in prima linea

L'export si conferma solido motore di sviluppo dell'economia italiana: dopo la sorprendente performance registrata lo scorso anno (+20%), attribuibile principalmente alla componente prezzi, le esportazioni Made in Italy sono cresciute del 6,8% nel 2023, superando un valore complessivo di 660 miliardi di euro. 
Tra i settori di punta che fanno della Penisola un punto di riferimento per il mercato globale, il comparto biomedicale figura sicuramente tra questi poiché, grazie a una combinazione di tecnologia all’avanguardia e una tradizione artigianale radicata, i dispositivi medici prodotti nel Belpaese sono tra i più richiesti dalle aziende di tutto il mondo. 
L'industria biomedicale italiana ha infatti visto una crescita significativa negli ultimi anni, trainata dalla domanda globale di soluzioni mediche avanzate in concomitanza con l’arrivo della pandemia. Tanto che il settore nel 2022 ha generato un mercato che vale 16,2 mld € (di cui 5,4 mld € rappresentati dall’export) con 4.546 aziende parte della filiera che occupano oltre 112.000 dipendenti.


Quali opportunità per le imprese italiane?

 

Quali sono le prospettive e le opportunità estere per un comparto che appare già solido?

Tra i Paesi più promettenti c’è la Svizzera, il cui settore MedTech è tra i principali a livello globale in quanto conta oltre 67.000 dipendenti e genera un fatturato superiore a 20 miliardi di franchi svizzeri (circa 21 miliardi di euro). Non stupisce quindi come le esportazioni italiane di apparecchi medici siano più che raddoppiate tra il 2018 e il 2022, passando da un valore di 72 mln € a 135 mln € (+105%). Numeri che solo in parte sono giustificati da una logica di rialzo dei prezzi in un contesto inflazionistico, perché anche i volumi hanno fatto registrare una performance da +87% in soli 4 anni.


La Corea del Sud è riconosciuta come uno dei Paesi più dinamici nel settore delle biotecnologie e del biomedicale, grazie ad un processo intrapreso da diversi anni che ha abbinato ricerca scientifica e sviluppo di iniziative industriali pubbliche e private. D’altra parte, il comparto rappresenta la quinta voce dell’interscambio tra Italia e Corea, e il trend sembra poter continuare anche negli anni a venire: mentre l’export in volumi ha fatto segnare un +25% tra 2018 e 2022, i valori sono passati dai 27,7 mln € del 2018 ai 35,5 mln € del 2022.
 


Infine, a convincere è anche il Giappone dove, oltre alle esportazioni di apparecchi medici, sono molto apprezzati anche i prodotti appartenenti al settore chimico-farmaceutico, un comparto affine la cui domanda va spesso a braccetto con quella per i prodotti del biomedicale. Soprattutto in un Paese che, con l’aspettativa di vita media più alta al mondo, sconta un rapido invecchiamento della società, accompagnata da una parallela espansione del sistema sanitario nazionale. In questo contesto, è dunque da leggersi con ottimismo il +13,6% di import dall’Italia in volumi per dispositivi medici fatto registrare dal Giappone tra 2018 e 2022, segno che in futuro il Paese nipponico continuerà ad affidarsi all’esperienza e al know-how delle aziende italiane in questo comparto.


Germania, USA e India nel futuro delle aziende emiliane

 

Per quanto riguarda le Regioni italiane con il maggiore potenziale per l’export di dispositivi medici, il comparto vanta diverse aree di eccellenza per l’innovazione, quale l’Emilia-Romagna, e in particolare la provincia di Modena, dove il distretto di Mirandola è riconosciuto in tutto il mondo come ‘la Silicon Valley biomedicale Italiana’. Nel polo si contano 64 imprese produttrici e 4.000 addetti, ma le aziende che ruotano attorno alla filiera sono più di 200: numeri che non devono sorprendere se si considera che nella zona è alta la percentuale di produttori che realizzano OEM (Original Equipment Manufacturer) per conto di importanti multinazionali del settore.

Un fattore, quest’ultimo, che ha un certo peso nell’export della provincia modenese e dell’intera regione Emilia-Romagna, tanto da tracciare un trend positivo che continuerà anche per il futuro, grazie soprattutto a Francia, Germania e Spagna, che nel 2022 hanno aumentato le importazioni rispettivamente dell’11,5%, del 9,9% e del 4,7% rispetto all’anno precedente. La Germania in particolare è anche il primo Paese importatore dalla provincia di Modena di biomedicale, con un valore complessivo che nel 2022 ha superato i 75 mln €, mentre Francia e Spagna si sono fermate a 27 mln € e 19 mln € rispettivamente. Lo sguardo è rivolto anche ai Paesi extra-europei: gli Stati Uniti si mantengono al secondo posto per importazioni di dispositivi medici con una crescita del 36,1% rispetto al 2021 (68 mln € complessivi) e l’India che ha visto incrementare la richiesta prodotti biomedicali modenesi di oltre il 60% nel 2022, per un valore totale di 13 mln €.
 

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