a cura di Simone Zambelli, data scientist - 10 maggio 2023

Food&beverage: un quadro congiunturale

 Nuove sfide mondiali per un fiore all'occhiello del Made in Italy

Dall’indomani della crisi del 2008, il settore Food&beverage ha intrapreso un sentiero di crescita particolarmente marcato: tra il 2009 e il 2022, infatti, la domanda mondiale di alimentari confezionati e bevande ha sperimentato un aumento medio annuo a prezzi costanti superiore al 4%, nonché un notevole grado di resilienza durante il periodo pandemico, come mostrato nel grafico di seguito.

Commercio mondiale Food&beverage (prezzi costanti)

 

 

Dal grafico risulta evidente la forte crescita del commercio mondiale del settore che, dopo una breve battuta d’arresto nel 2020, ha ripreso a ritmi ancora più intensi e negli ultimi due anni – grazie anche alla riapertura delle tratte internazionali e delle manifestazioni fieristiche – è cresciuto in maniera esponenziale. L’analisi dei valori a prezzi costanti certifica la forza di un settore che, nonostante la pandemia, ha chiuso il 2020 con un incremento dello 0.3% e nei successivi due anni ha registrato una crescita annua del +6% nel 2021 e del +8.2% nel 2022. Se misurata a prezzi correnti (includendo quindi anche l'aumento dei prezzi) questa crescita, in euro, risulta rispettivamente del +10.1% e +25.7% nel 2021 e nel 2022.

L’Italia si riconferma uno dei paesi più attivi nel comparto, grazie soprattutto al marchio made in Italy, che rende i suoi prodotti unici al mondo. A conferma della vitalità del comparto, il Belpaese ha superato pressoché indenne il periodo della pandemia, anche se negli ultimi mesi ha dovuto affrontare le problematiche scaturite dall’inflazione, che hanno contribuito al rallentamento dei ritmi di crescita.

Variazioni tendenziali export Food&beverage (prezzi costanti)
Fonte: Elaborazioni StudiaBo su dati ExportPlanning.

 

 

Come già accennato, la caduta dell’export agroalimentare italiano nel II trimestre del 2020 è stata più contenuta di quella mondiale e, fino al I trimestre 2022, i relativi tassi di variazione si sono posizionati spesso al di sopra della media, a testimonianza della vitalità e della creatività di uno dei fiori all’occhiello del made in Italy. Dal II trimestre 2022, tuttavia, le esportazioni del Belpaese hanno subito una lieve battuta d’arresto, riportandosi al di sotto della media globale in termini di tasso di variazione tendenziale.

La frenata dell’intero comparto risulta evidente dalla seconda metà del 2022, tanto che nel IV trimestre si registrano variazioni tendenziali negative. Nei primi mesi del 2023 la ripresa risulta lenta, seppur in territorio positivo, con una crescita di poco superiore al +1% rispetto allo stesso periodo del 2022.

Il recente rallentamento della crescita della domanda mondiale di beni agroalimentari si colloca all’interno di un contesto di rallentamento generalizzato dei flussi di commercio internazionale, che ha visto l’ultimo semestre nel suo complesso (Q4-2022 e Q1-2023) registrare una variazione tendenziale del -1% a prezzi costanti.

Per le imprese italiane del comparto agroalimentare, è importante evidenziare come la crescita più marcata degli ultimi 10 anni per il settore abbia riguardato i prodotti di fascia alta di prezzo, che dal 2012 al 2022 hanno quasi raddoppiato la propria quota di commercio mondiale, passando dal 4.7% al 9%. Ciò risulta particolarmente vantaggioso per i paesi come l’Italia, che fanno dei prodotti di alta qualità il loro punto di forza.

Commercio mondiale Food&beverage per fasce di prezzo
Fonte: ExportPlanning.

 

 

Mercati “Blue Ocean”

All’interno del settore Food&beverage troviamo alcuni mercati particolarmente dinamici (che possono rappresentare per le imprese esportatrici italiane veri e propri "Oceani Blu"), che stanno incrementando notevolmente il livello di importazioni, e che costituiscono un’importante opportunità per le imprese che stanno cercando, per i propri prodotti, una destinazione che presenti elevate prospettive di crescita.
Fra questi abbiamo selezionato due paesi che stanno tuttora attraversando un trend di forte espansione, nonostante figurino già fra i primi 15 importatori mondiali del comparto: Corea del Sud e Polonia.

 

 

Come possiamo notare dai grafici (i quali riportano le importazioni a prezzi costanti, ovvero depurati dall’effetto dell’inflazione), entrambi i paesi, nonostante le profonde differenze geografiche e culturali, mostrano un sentiero di crescita piuttosto simile, che parte dalla grande recessione degli anni 2008-2009 fino ad una vera e propria impennata nell’ultimo biennio.

La Polonia ha saputo sfruttare al meglio i finanziamenti europei ricevuti negli ultimi anni, tanto che si è ormai affermata come paese leader nello sviluppo all'interno dell'Unione Europea, aumentando la ricchezza pro-capite della propria popolazione e consentendo ai consumatori di acquistare sempre più prodotti agroalimentari esteri, anche se più costosi.

La Corea del Sud, invece, è dal secolo scorso che ha acquistato una solida presenza globale, con un reddito pro-capite superiore a quello di molti paesi di più vecchia industrializzazione. I coreani, specialmente negli ultimi 10 anni, si confermano come consumatori di prodotti di alta fascia, specialmente provenienti dai paesi occidentali. Nel settore agroalimentare ciò si traduce, in particolar modo, nella crescita esponenziale delle importazioni di vino nel biennio 2021-2022, specialmente dalla Francia, seguita a distanza dall’Italia.

Conclusioni

L’analisi dei dati di commercio internazionale ci conferma la resilienza e l’ottimo posizionamento della filiera agroalimentare italiana nel periodo di ripresa post-pandemico; anche il palcoscenico offerto da Cibus, fiera tenutasi lo scorso marzo a Parma, ha messo in evidenza come l’internazionalizzazione del settore agroalimentare italiano possa contare su solide basi.

Il rallentamento economico avvenuto negli ultimi mesi desta, tuttavia, alcuni segnali di preoccupazione: sarà l’ennesima sfida per testare lo stato di salute di un comparto che, negli ultimi anni, ha sempre risposto con prontezza alle sfide imposte dallo sviluppo dell'economia e dei mercati mondiali.

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