a cura di Alba Di Rosa, economista - 23 febbraio 2024

Focus Indonesia: scambi commerciali e prospettive di accordo

Indonesia

Quarto Paese più popoloso al mondo e maggiore economia dell’area ASEAN, l’Indonesia rappresenta, secondo i dati del Fondo Monetario Internazionale, la settima economia mondiale considerando il PIL a parità di potere d’acquisto, a fronte di una progressiva scalata rispetto al dodicesimo posto di un ventennio fa. Se agli inizi del XXI secolo il paese risultava ancora a basso reddito, la crescita degli anni a seguire lo ha portato a raggiungere di recente lo status di upper middle income country, a fronte di un progressivo calo della povertà – dal 19.1% del 2000 al 9.4% del 2019, secondo i dati World Bank – a cui ha fatto seguito una stabilizzazione negli anni a seguire, complice anche la crisi Covid.

Dal 1965, per oltre 30 anni l'Indonesia è stata guidata dal regime dittatoriale del generale Suharto. Alla fine del secolo scorso si è avviato un percorso politico che ha progressivamente rafforzato nel paese la democrazia con libere elezioni del parlamento e del presidente dello Stato. Sebbene ancora in attesa dei risultati definitivi, i numeri preliminari in merito alle ultime elezioni, tenutesi il 14 febbraio 2024, sembrerebbero confermare la vittoria di Prabowo Subianto, che promette sviluppo economico e investimenti; la sua elezione ha però generato anche alcuni timori nel paese, dato il ruolo da lui ricoperto durante la dittatura del generale.

Negli ultimi anni, la crescita economica indonesiana si è mostrata resiliente: dopo la contrazione del 2.1% nel 2020, il PIL ha segnato un incremento del 5.3% nel 2022; per il triennio 2023-2025, il World Economic Outlook Update dello scorso gennaio stima la prosecuzione di una crescita del +5%. Di pari passo, l’inflazione sta mostrando una progressiva normalizzazione nel paese, in linea con i trend dello scenario globale; si prevede che il calo proseguirà anche nel 2024, in relazione all'attenuazione dei prezzi delle commodity e ad una normalizzazione dei tassi di crescita della domanda interna, dopo il rimbalzo post-pandemia.

                                                          Fonte: Elaborazioni StudiaBo su dati Fondo Monetario Internazionale.

Scambi commerciali indonesiani


Overview merceologica

Su cosa si concentra il commercio estero del Paese? Per l’Indonesia, le materie prime naturali e industriali rivestono un ruolo di rilievo sul fronte delle esportazioni; il Paese non può però dirsi “commodity export dependent”, condizione che, secondo la definizione UNCTAD, implica una quota di esportazioni di materie prime superiore al 60% del totale. Secondo gli ultimi dati forniti dalle Nazioni Unite per il periodo 2019-21, la quota dell’Indonesia risulta pari al 54.2%: trattasi di una quota più elevata, rispetto, ad esempio, al caso italiano (17.2%) o degli USA (31.9%), ma inferiore rispetto a casi come il Brasile (73.4%) e la Russia (77.5%).

Le esportazioni indonesiane di materie prime si concentrano in primo luogo sul comparto energetico (soprattutto carboni fossili e gas naturale), ma anche acciaio, prodotti chimici di base organici e minerali metalliferi. Anche gli oli di semi e grassi animali giocano un ruolo di rilievo per l’export indonesiano: parliamo in particolare dell’olio di palma, raffinato e greggio.
Per l’olio di palma raffinato, l’Indonesia ha rappresentato nel 2023 il maggiore esportatore su scala mondiale, così come per diverse tipologie di carboni. Per l’acciaio l’Indonesia spicca invece come secondo maggiore fornitore sul mercato asiatico, alle spalle della sola Cina.

 

                            Fonte: Elaborazioni StudiaBo su dati ExportPlanning.

Ulteriore comparto merceologico di rilievo per il paese è quello del nichel, commodity che riveste un ruolo di primo piano nella produzione di batterie per i veicoli elettrici. L’Indonesia rappresenta il maggiore produttore di nichel su scala mondiale e detiene, insieme all’Australia, la quota maggiore delle relative riserve. Per favorire lo sviluppo dell’industria locale e aumentare il valore aggiunto incorporato nelle esportazioni, il governo indonesiano ha imposto negli ultimi anni progressive limitazioni alle esportazioni di minerali di nichel, giungendo ad un completo divieto a partire dal 2020. Di pari passo, l’export di prodotti intermedi della metallurgia del nichel ha registrato, negli ultimi due anni, un notevole balzo in avanti (1).

Per raggiungere gli obiettivi di sviluppo dell’industria indonesiana, un ruolo di rilievo è certamente l’attrazione di investimenti diretti esteri (IDE). Se gli IDE in entrata nel paese non sono cresciuti significativamente negli ultimi anni, rimanendo attorno ai 20 miliardi di dollari, ha cominciato però a delinearsi una chiara quota di investimenti destinati agli impianti produttivi di nichel. Di pari passo con l’industria del nichel si colloca anche l’obiettivo governativo di promuovere, in senso lato, l’industria dei veicoli elettrici, mirando a trasformare il paese in un significativo hub produttivo.

 


Overview geografica

Tanto dal punto di vista delle importazioni che delle esportazioni, l’Indonesia risulta, allo stato attuale, ancora significativamente orientata verso i vicini partner asiatici. Nel 2023 l’export si è diretto per il 70% verso l’Asia, per oltre il 10% verso l’area ex NAFTA e per il 7.3% verso l’UE. Simili i rapporti di forza anche sul fronte delle importazioni: nel 2023, il 70% dei beni importati sono infatti provenuti dall’Asia, il 6.6% dall’area ex NAFTA, quasi il 6% dall’Unione Europea.

Nello specifico, l’Unione Europea risulta importatrice netta nei confronti dell’Indonesia: le nostre importazioni nel 2023 sono infatti ammontate a 18.6 miliardi di euro, a fronte di 11.2 miliardi di esportazioni. È la Germania a classificarsi come primo paese esportatore verso Giacarta (oltre 3 miliardi di euro nel 2023), seguita dall’Italia, prossima agli 1.5 miliardi.


Secondo i dati ExportPlanning per il 2023, le esportazioni italiane in Indonesia si concentrano soprattutto sui beni di investimento (560 milioni di euro, quasi il 40% del totale), seguiti dai beni intermedi (524 milioni, 36.7%) e dal c.d. comparto “Made in Italy” (2) (232 milioni, 16.3%). Le forniture italiane vanno quindi ad alimentare un sistema produttivo in crescita, ricoprendo invece un ruolo ancora limitato sul fronte dei beni di consumo. L’attuale fase di sviluppo che l’economia indonesiana sta attraversando si riflette, infatti, anche sul fronte delle sue importazioni complessive che, in linea con i trend delle economie emergenti, nel 2023 si sono concentrate innanzitutto sulle materie prime (quasi il 40% del totale), seguite dai beni intermedi (24.8%), i beni di investimento (18%) e, da ultimo, il “Made in Italy”.

Guardando nello specifico alle esportazioni italiane, tra i beni di investimento l’Italia ha esportato verso l’Indonesia soprattutto macchine e impianti per i processi industriali nel 2023 (18% del totale, pari a 257 milioni di euro), nonché strumenti e attrezzature per l’industria (103.6 milioni), impiantistica industriale (68.2 milioni), ma anche mezzi di trasporto e per l’agricoltura (60.9 milioni). Tra i beni intermedi, sono invece le componenti meccaniche e ottiche a dominare il ranking, sfiorando quasi il 20% del totale esportato dall’Italia nel paese nel 2023 (278 milioni di euro); seguono i beni intermedi chimici (75.1 milioni).
Fatta eccezione per il caso degli intermedi chimici, le cui esportazioni italiane verso l’Indonesia hanno toccato un punto di massimo nel 2022, per le altre categorie merceologiche qui citate il 2023 ha rappresentato “l’anno del recupero”, in cui l’export italiano verso il paese è riuscito a superare i precedenti livelli del 2019. Tale trend si conferma anche allargando lo sguardo al totale dell’export Italia verso l’Indonesia che, dopo tre anni di stasi su livelli relativamente bassi rispetto alla media dell’ultimo decennio, ha superato nel 2023 gli 1.4 miliardi di euro, segnando un incremento del 4.8% rispetto ai livelli del 2019.

UE-Indonesia: tempo di FTA?

Pur non ricoprendo ancora un ruolo di primario rilievo negli scambi con l’Indonesia, ma identificando con chiarezza le opportunità legate al consolidamento di relazioni con paesi ad alto potenziale, l’Unione Europea sta promuovendo iniziative volte proprio a tale scopo. Risale al 2014 l’entrata in vigore del Framework Agreement on Comprehensive Partnership and Co-operation, che ha fornito le basi per un dialogo politico regolare e per il rafforzamento dei rapporti bilaterali UE-Indonesia. Si è giunti poi, nel 2016, all’avvio delle negoziazioni per un accordo di libero scambio, con l’obiettivo di facilitare scambi e investimenti, nonché promuovere uno sviluppo sostenibile. L’Unione mira quindi ad ottenere un accordo sulla linea di quelli già negoziati con Singapore e Vietnam, e rispettivamente entrati in vigore nel 2019 e nel 2020, nell’ottica futura di un agreement regionale con l’intera area ASEAN.

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(1) I podotti intermedi della metallurgia del nichel rappresentano, allo stato attuale, la quasi totalità del comparto merceologico del “Nichel e altri minerali non ferrosi” incluso nel grafico a barre orizzontali.
(2) Includiamo nel comparto Made in Italy l'agroalimentare, il sistema moda, il sistema casa, i prodotti per la salute e i beni di largo consumo. 

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